Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Schneider Helga
Titolo: L'usignolo dei Linke
Editore: Adelphi
Helga Schneider ci propone un altro pezzo della sua infanzia che questa volta è l'incontro con un ragazzo prussiano, Kurt, che nel 45 fuggì dai territori tedeschi in Polonia sotto l'incubo della vendetta che le truppe dell'Armata Rossa perpetravano anche sulla popolazione civile tedesca, per lo più inermi contadini, rei di essere stati concittadini di Hitler. La storia raccontata dal tredicenne alla coetanea Helga è struggente; l'epopea dei carri che a venti gradi sotto zero tentano di raggiungere il Baltico in una difficilissima fuga dai Russi, lasciandosi dietro cadaveri di quanti non ce la fanno, donne, vecchi e bambini, è nelle parole del testimone Kurt che ha visto morire l'amatissimo nonno e poi il fratellino Nikolas di appena tre mesi, una denuncia terribile della crudeltà con cui la follia di Hitler ha distrutto ogni forma di umanità in tutta l'Europa civile. Un racconto asciutto, intervallato ogni tanto da flash-back con cui l'autrice si rimette in gioco, non tralasciando episodi da lei stessa vissuti che allargano un quadro già abbastanza fosco in cui si inscrivono le ultime follie del nazismo ormai sconfitto.La scrittura piana della Schneider rende il libro di lettura agevole anche a lettori non esperti, pur rimanendo solida la ricostruzione storica e ferma la condanna per gli atti mostruosi compiuti dai suoi stessi connazionali ai danni dei civili innocenti.

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